Essere adulti. Essere abituati all’HD e allo streaming. La radiocronaca però riporta a quando si era bimbi, incollati alla radio a immaginare cosa avveniva tra 22 giocatori e un intruso che decretava il gol o il fallo. Sandro Ciotti irrompe da uno dei campi principali dopo l’immancabile “A Taste of honey”, il martellante tamburo seguito dalla tromba che dava il ritmo di quello che ci si aspettava. Attraverso il flusso di voci si immaginavano i fatti, si conoscevano i risultati. Era il flusso dati delle partite di calcio, che diventavano numeri, elenchi, risultati e classifiche. Quanto avremmo voluto conservare “scusa Ameri, gol di…”. Oggi siamo sempre in quel flusso e le radiocronache sono dati che scorrono rilevati automaticamente, e tradotti dal ritmo e l’esperienza di un umano. La dedizione, le parole, l’intuito delle persone fanno la radiocronaca di dati che altrimenti non avrebbero una partita a cui dare senso. Quella partita è la vita di ognuno di noi, che oggi possiamo salvare e gestire grazie a Zenodo, l’invenzione più importante dopo il Web, donata anche questa dal CERN, ci permette di salvare ogni dato e farlo radiocronaca della nostra vita. Sandro Ciotti on Zenodo è un omaggio divertito a ciò che si può fare con la tecnologia, che può diventare epica e poetica come lo sono la radio, il web, i dati con le voci di quei pomeriggi. Iliade e Odissea moderne di tante persone, che tornano bambini. Come si corre dietro ad un pallone, si corre dietro ai dati.