Dal 4 al 6 giugno si è tenuta online l’edizione 2021 dell’Hackathon Copernicus Bari, una maratona di hacking che ha portato insieme tante persone con lo scopo di creare innovazione e valore usando dati satellitari

È la terza edizione che vede onData partecipare come local partner, ma è la mia prima edizione, e spero fortemente che non sarà l’ultima. 

Ho partecipato a molti hackathon nella mia vita, ma Copernicus 2021 è stato per me una serie di ‘prime volte’: la prima volta online (in genere non mi piace troppo, questa cosa, ma questa volta non mi è dispiaciuto per niente, anche grazie agli strumenti a disposizione e all’organizzazione eccellente dello staff), la prima volta da coach (su questo tornerò tra poco), ma soprattutto la prima volta in cui ho visto da vicino i dati satellitari e il grande valore che possono avere e produrre.

Il protagonista dell’Hackathon Copernicus 2021 è stato il mare, con le sue coste; ho fatto qualche piccola ricerca prima dell’evento, e qualche numeretto mi ha colpito molto: la costa europea è lunga 68 000 km, il 41% della popolazione dell’UE vive entro 50 km dal mare (dati Eurostat 2011), e più del 40% del PIL dell’UE è generato nelle regioni costiere.

Insomma, il mare e le sue coste sono una fonte preziosissima di benessere, e la loro preservazione è quindi fondamentale. Copernicus 2021 si è svolto intorno a quattro tracce, tutte con il mare e le coste come protagonisti: turismo, tutela ambientale, pesca sostenibile, e qualità delle acque. Ogni sfida è illustrata sul sito di Copernicus, e accompagnata da un video che spiega obiettivi e dati a disposizione delle persone iscritte. 

Solo per dare un esempio, la sfida Turismo aveva come scopo quello di ideare soluzioni innovative per limitare i danni legati all’erosione delle coste e delle spiagge. Che l’erosione delle coste fosse un problema, lo sapevo già, ma che fosse quantificato, monitorato, e che qualcuno se ne occupasse con dedizione e spirito di ricerca, me lo ha fatto scoprire Copernicus (guardate ad esempio questa risorsa di gran valore sulle modifiche della costa mappate grazie ai dati satellitari).

Ho scoperto nel dettaglio quelli che sono un po’ il cuore di Copernicus, i famosissimi satelliti (chiamati sentinels). Ce ne sono molti, ma parlerò solo del primo: il sentinel-1. Questo satellite è in grado di fornire immagini radar che vengono usate per osservare aree terrestri e marine, con le più svariate applicazioni: monitoraggio di acqua e suolo, monitoraggio di rischi di movimento della superficie terrestre, ma anche mappatura a sostegno dell’aiuto umanitario in situazioni di crisi. Il valore dei dati satellitari, infatti, supera di gran lunga quello che si potrebbe immaginare a prima vista: è di un paio di settimane fa la notizia di BuzzFeed che vince il premio Pulitzer per aver esposto la detenzione illegale di minoranze musulmane in Cina, utilizzando, tra l’altro, dati satellitari pubblicamente disponibili (l’indagine BuzzFeed si può leggere per esteso qui).

Tornando all’hackathon, come dicevo prima, è stata anche la mia prima volta da coach. Mi sono fatta avanti un po’ per accattivarmi il favore di Massimo Zotti ;), ma soprattutto perché ero molto curiosa, e molto desiderosa di imparare. L’hackathon ha visto la partecipazione non solo di 11 team (fatti per lo più di giovani pieni di entusiasmo e di idee – che bello che è stato, respirare la loro aria), ma anche di un team fantastico di coach: esperti ed esperte di utilizzo di dati satellitari, di open data in generale, analisi di dati, sviluppo business, e un po’ tutto quello che serve per dare forma a un’idea che produca innovazione e valore (anche economico).

È stato molto bello vedere le idee prendere forma, guidate dall’entusiasmo e dal duro lavoro delle persone iscritte, e plasmate, se vogliamo, dai consigli dei coach; è stato altrettanto bello vedere queste persone fare squadra: ragazzi e ragazze che non si conoscevano prima, adesso insieme, in team, a lavorare con un obiettivo comune. Una grande esperienza formativa, a mio avviso. È stato ovviamente molto bello anche vedere vincere il team del progetto Poseidon di cui sono stata coach, assieme ad altri colleghi e colleghe eccezionali.

La ciliegina sulla torta? La presenza di tanto talento femminile, che purtroppo non avviene quasi mai per caso: l’Hackathon Copernicus si impegna infatti per la promozione dell’uguaglianza di genere, e il suo team al femminile ne è la prova.

Insomma, viva i dati satellitari, viva Copernicus, e speriamo di rivederci l’anno prossimo, magari di persona!

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